LETTERA APERTA AGLI ORGANIZZATORI DEL PRESIDIO CONTRO LA GUERRA DEL 16

GENNAIO A LIVORNO

Cari compagni e care compagne


Abbiamo letto il vostro appello-invito alla partecipazione al presidio per ricordare i 25 anni dalla prima guerra del Golfo. Una iniziativa, quella che voi proponete, che pensiamo sia molto utile tenendo conto del periodo attuale che si sta caratterizzando dal diffondersi di semp
re nuovi focolai di guerra in molte parti del mondo.

Riteniamo però che il documento da voi proposto sia non solo confuso e in molti punti a noi incomprensibile, ma soprattutto inadeguato rispetto alle necessità. 

Purtroppo non siamo stati coinvolti nell'elaborazione di questo testo e riteniamo che questo sia oggi difficilmente emendabile, se non dopo un confronto che in questo momento sarebbe inopportuno in quanto andrebbe ad interferire nell'organizzazione già avviata delle vostre iniziative.

La giusta sensibilità di costruire un ampio fronte contro le guerre in atto e la logica di guerra permanente che sempre più si intreccia con le dinamiche economiche e le strategie geopolitiche delle forze imperialiste in campo, riteniamo non possa essere disgiunta da una precisa individuazione dei soggetti sociali e politici contro cui battersi e quelle forze popolari con cui, al contrario, stringere le necessarie alleanze.

Il compito di una forza pacifista ed antimilitarista non è quella di invitare il governo italiano di “smettere di fare l’ultima ruota del carro” della Nato ma di chiederne lo scioglimento. In questo si inquadra la richiesta per l’uscita dell’Italia dalla coalizione Atlantica.

La battaglia per l'uscita dell'Italia dalla NATO, da sempre braccio armato dell'imperialismo europeo ed USA, deve quindi assumere la dovuta centralità, per il ruolo da protagonista che essa sta svolgendo, ma anche per il semplice fatto che da sempre il compito degli antimperialisti è quello di combattere per prima cosa il proprio imperialismo.

L'espansione della NATO verso i paesi del vecchio blocco sovietico hanno una evidente finalità di pressione aggressiva nei confronti della Russia che deve essere immediatamente bloccata.

La necessità dell'uscita dell'Italia dalla NATO purtroppo non appare chiaramente nel testo che proponete, ma sembra anzi che si auspichi da parte del governo italiano un ruolo diverso, da protagonista, all'interno di una possibile Alleanza Atlantica riconducibile a posizioni di equidistanza.
Non viene esplicitata neppure la richiesta del ritiro immediato di tutte le missioni militari italiane fuori dai nostri confini e la denuncia delle politiche aggressive dei nostri governi e con esse degli interessi economici e di rapina dell'imperialismo italiano, presenti in tutto il mondo e in modo particolare nel Medio Oriente (vedi Finmeccanica ed ENI in Libia e in Arabia Saudita). 

In questi mesi il governo Renzi, che a parole mantiene un profilo basso, sta in realtà intervento con forza, ritagliandosi uno spazio all’interno della coalizione anti-Isis e diplomaticamente (ricordiamo l'ultimo viaggio in Arabia Saudita). Ha accresciuto il contingente di carabinieri che addestra le forze di polizia irachena. Ha annunciato l’invio di una nuova missione militare in Iraq con lo scopo di presidiare la diga sul fiume Tigri a nord di Mosul. Sta preparando un intervento in Libia, dove l’Isis ha aperto un terzo fronte dopo l’intensificazione dei bombardamenti in Siria e in Iraq. Nel frattempo l’Italia addestra le reclute libiche legate al governo di Tobruk ed è presente militarmente al di là del Mediterraneo con un numero non indifferente di “contractors”, un vero e proprie esercito parallelo di mercenari a difesa delle proprie imprese e multinazionali.

Anche in virtù di questo protagonismo riteniamo che si debba richiedere con forza la riduzione immediata e radicale delle spese militari, a partire dagli F35, che sono una faccia delle politiche di austerità e di taglio delle spese sociali che colpiscono pesantemente i giovani e i lavoratori e lavoratrici del nostro paese. 

Le classi dirigenti del nostro paese non possono quindi essere considerate come dei soggetti deboli e succubi di altre forze esterne, su cui poter fare delle pressioni, ma devono essere individuate come protagoniste delle barbarie in atto e dei venti di guerra che soffiano in tutti i continenti. 
Pretendere una presunta neutralità del nostro paese non può che essere una illusione che tende a nascondere il suo ruolo imperialista altrettanto pericoloso di quello delle altre forze imperialiste europee (Francia, Gran Bretagna, Germania in primo luogo) e dell'imperialismo USA e Russo.
Nel testo del vostro appello inoltre non si individuano chi dovrebbero essere i settori con cui un nuovo movimento pacifista del nostro paese si dovrebbe rapportare e sostenere.

Per noi questi soggetti non possono essere né stati né governi di paesi che in realtà sono una concausa delle guerre in atto in quanto portatori regionali di volontà di potenza e spesso sottoposti a regimi e dittature reazionarie e criminali: pensiamo all'Iran e al governo iracheno con le loro politiche settarie nei confronti delle popolazioni sunnite, al regime di Bashar Assad che nel 2011, nel silenzio anche della sinistra e dei pacifisti occidentali, ha represso nel sangue le domande di democrazia e libertà provenenti dal popolo siriano.

Altri devono essere i nostri interlocutori. L’Isis e le politiche di guerra di tutti gli imperialismi vanno combattute sostenendo in primo luogo le popolazioni vittime della sua atroce violenza e quei movimenti che lottano per ottenere libertà, democrazia e giustizia sociale,

Pensiamo in modo particolare agli uomini e alle donne curde, ma non solo, del Rojava e di Kobane che in prima persona si battono contro la barbarie dell'Isis e alla resistenza siriana che si oppone sia ad Assad che all'ISIS, spesso sotto il fuoco dell'intervento imperialista della Russia di Putin. 

Per creare un fronte pacifista adeguato allo scenario che ci troviamo di fronte riteniamo necessario richiedere con forza:

- l'uscita dell'Italia dalla NATO

- porre fine alla vendita di armamenti a paesi che finanziano l’Isis o altre organizzazioni terroristiche come l’Arabia Saudita, il Qatar o la Turchia.

- il ritiro dei contingenti militari italiani dai teatri di guerra

- la rimozione del Pkk dalla lista delle organizzazioni terroristiche dell’Ue e degli Usa e il sostegno politico e materiale alla resistenza delle donne e degli uomini di Kobane e del Rojava.

- per il diritto all'autodeterminazione del popolo palestinese e contro le politiche coloniali di Israele e del suo governo autoritario e reazionario.

- contro lo stato di emergenza che, approvato in Francia, sta per essere assunto dagli altri paesi dell’Ue.

- per la drastica riduzione delle spese militari

- contro le politiche securitarie che colpiscono vergognosamente i migranti, per costruire comunità aperte contro ogni odio e fanatismo, per unire ciò che le classi dominanti e le forze reazionarie vogliono dividere.

E' su queste parole d'ordine che nei prossimi giorni SINISTRA ANTICAPITALISTA sarà presente in tutte le mobilitazioni, ma rispetto l'adesione alle iniziative da voi programmate sui contenuti da voi definiti, non possiamo che declinare il vostro invito, tuttavia rimanendo sempre disponibili a successivi momenti di discussione e confronto tesi alla costruzione di un ampio movimento pacifista, antimilitarista, internazionalista contro la guerra, le politiche liberiste, in solidarietà con immigranti e i profughi e in difesa della democrazia. 

11 gennaio 2016

SINISTRA ANTICAPITALISTA LIVORNO