Per battere il neofascismo eliminiamo le sofferenze sociali



È da tempo che non passa giorno senza che qualche gruppo
neofascista o neonazista non faccia un’azione eclatante con
tanto di saluti romani, bandiere della Repubblica di Salò e
svastiche varie.

Non sono manifestazioni folcloristiche ma azioni tese a far ap- parire come normali ciò che in una Repubblica nata dalla Resistenza antifascista non dovrebbe esserlo affatto, tanto è vero che esse sono espressamente vietate sia dalla Costituzione che dalle leggi dello Stato.
Non è per niente normale ne tanto meno tollerabile, infatti, che una ronda neofascista allontani dei migranti da una spiaggia, o che assista ad una messa per controllare che il parroco, che si è distinto per l’accoglienza ai migranti, svolga
effettivamente la sua funzione secondo i principi del vero Cattolicesimo, o che un gruppo di naziskin irrompa nella sede di un comitato per il sostegno ai migranti e obblighi i presenti ad ascoltare la lettura di un loro delirante comunicato.
In questo modo cercano di accreditarsi come i soli e veri difensori dell’integrità del “popolo italiano” minacciato dalla presunta “invasione”dei migranti.
Così facendo seminano odio in tutti i settori della popolazione dove più forte è il disagio sociale per scatenare una guerra tra poveri, tra i migranti e tutti quegli italiani che negli ultimi trent’anni sono stati impoveriti dalle politiche di austerità portate avanti da tutti i governi di centro-destra e di centro-sinistra, ugualmente asserviti agli interessi del grande capitale e delle banche.
I pensionati che non riescono a campare con pensioni da fame, i giovani che non trovano un lavoro se non precario e sottopagato, i lavoratori senza più diritti ne tutele che perdono il lavoro perché la loro azienda è stata de localizzata e che per questo non possono più permettersi una casa, l’accesso alle cure mediche in un sistema sempre più costoso e ciò nonostante inefficiente perché orientato a favorire il privato, o mandare i propri figli a scuola.
Sono queste politiche che hanno aperto delle vere e proprie praterie alle idee neofasciste, razziste e xenofobe.
Contro tutto questo non serve ne una nuova legislazione ne la loro messa “fuori legge. Le leggi ci sono già, ma non vengono applicate da una magistratura compiacente e comprensiva.
Serve invece una nuova stagione di lotte sociali per il lavoro, per il salario, la casa, la sanità, la scuola e per una nuova pubblicizzazione di tutti i servizi.


Sabato 16 Dicembre 2017 lotta e manifesta con noi.