Sanità Toscana: contrastare il disegno di privatizzazione Rossi/Saccardi. Il Comitato in Difesa della Sanità Pubblica ha lanciato la raccolta di firme per abrogare l'articolo della controriforma che costituisce un ariete per l'introduzione del profitto nel nostro sistema sanitario pubblico.


17dicembre 2016





Come è noto abbiamo infatti fortemente lavorato alla sensibilizzazione e a mettere in campo azioni contrastanti alla riforma regionale proponendo e raccogliendo le necessarie firme per un referendum abrogativo della legge 28/16 che ha accorpato in 3 USL gigantesche le diverse e numerose realtà territoriali eliminando così forme di possibile controllo politico territoriale delle stesse rispetto ai bisogni dei cittadini. Nonostante le oltre 55.000 firme raccolte e validate tra i cittadini Toscani, nei tempi e nei modi concessi dalla legislazione regionale, il 23 dicembre 2015 fregandosene di quanto richiesto dai Toscani, il governatore Rossi, ha fatto approvare una nuova legge (84/2015), praticamente fotocopia della precedente, impedendo quindi la realizzazione del referendum richiesto.

La Politica sanitaria di Rossi, basata su logiche prettamente aziendali con disastrosi Project Financing e conseguenti tagli lineari ai servizi, la viviamo ogni volta che abbiamo necessità di richiedere una prestazione, un esame, una cura!  Gli accorpamenti delle USL della legge regionale hanno inoltre contribuito a peggiorare l’organizzazione e la qualità dei servizi rendendo difficili gli accessi ai cittadini. L’unico provvedimento messo in campo per accorciare le liste di attesa e rispondere ai bisogni di salute è esclusivamente l’invito a rivolgersi a strutture private.

La legge regionale 84/2015 approvata da un consiglio della Regione Toscana alle 3 di notte del 23 dicembre con una maggioranza di solo PD, grazie alla legge elettorale Toscanellum gemello dell’Italicum per l’ ingiustificato premio di maggioranza,  non solo è fotocopia della precedente per la quale era stato  chiesto il referendum, ma introduce un pericoloso articolo (34bis che modifica la legge regionale 40) che di fatto consente,  con il  silenzio assenso della stessa Regione , forme convenzionali con strutture private. La sanità toscana difatti, non certo già estranea a convenzioni di compartecipazioni con il privato, intende con questa modifica incentivare e facilitare specifiche prassi e percorsi tesi a marginalizzare e depauperare (Rendere povero o più povero) sempre di più il servizio pubblico, riservandolo magari solo agli indigenti, con l’intenzione di sperimentare strade sempre più liberiste nell'affidare i servizi ad attori privati.

Per impedire lo scempio dell’art. 32 della costituzione che sancisce la tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività è necessario mettere un freno al liberismo e alla privatizzazione dei nostro diritto alla sanità pubblica, chiedendo l’abrogazione di tale articolo. Ricordiamo che i tagli alla sanità pubblica associati alla crisi economica generale è causa del fatto che oltre 4 milioni di persone in Italia non si curano più. Le macerie si cominciano purtroppo a vedere con l’aumento del numero di morti nel 2015, l’abbassamento dell’aspettativa di vita in buona salute oltre i 65 anni di età, l’incremento degli infortuni mortali sul lavoro etc. La crisi economica ha offerto al governo Rossi la scusa di tagliare ulteriormente la sanità così da spingere facilmente verso il privato.  Come Naomi Klein ha descritto in molte differenti situazioni, “quelli che si oppongono al welfare state non sprecano mai una buona crisi.” A questo dobbiamo opporci!

Per tali motivi, per contrastare il disegno di Rossi/Saccardi e le loro politiche di privatizzazione, è necessario tornare a rilanciare il referendum abrogativo dell’art. 34 bis LR 40/2005 che intende facilitare,  in combinato disposto con l’attuale disastrosa situazione sanitaria pubblica in Toscana,  una sanità privata gestita oramai da  vere e proprie holding finanziarie e  favorire il ritorno  a  meccanismi assicurativi sanitari diversificati per categorie economiche (come le vecchie mutue) attraverso il meccanismo della cosiddetta sanità integrativa ! A livello regionale è stata pertanto intrapresa da agosto un’altra raccolta di firme, che riguarda, l’art. 34bis della legge sanitaria del dicembre 2015, che introduce la privatizzazione sperimentale nella nostra Regione

Abbiamo ancora un mese di tempo! La sanità pubblica è un diritto costituzionale, difendiamola andando in Comune a mettere la firma, presso l’ufficio informazioni dell’Anagrafe del Comune di Livorno da Lu a Ve, 9.00-13.00 (se residenti a Livorno e con un documento di riconoscimento)


Il Comitato in Difesa della Sanità Pubblica di Livorno (Sinistra Italiana, Buongiorno Livorno, Rifondazione Comunista, Sinistra Anticapitalista, Alba)